sono recato in loco, solo una sfera di quarzo, essa-lasciata scorrere in discesa- non scendeva, ma tentava di deviare verso il lato destro della strada e tentava di ritornare indietro. Non significa nulla, d'accordo, anche perchè la strada non ha il manto liscio ma è piuttosto dissestato. Ma una cosa posso dirla: non ci troviamo in un tratto rettilineo, non è un semplice fenomeno ottico.
Vari articoli( 2) si sono occupati, nel tempo, di questo insolito fenomeno,sia in chiave scettica che probabilistica di una 'causa',seppure a tutt'oggi ancora sconosciuta. Anche la trasmissione "Superquark",il primo marzo 1996 mandò in onda un reportage in merito, concludendo che di arcano vi era ben poco: illusione ottica.La prova effettuata con la livella a bolla, infatti, confermò che non si trattava di un dislivello stradale (3).
" Ho infatti,svariatissime volte, constatato personalmente come una vettura 'in folle' e non frenata, lasciata su tale tratto di strada,non tenda affatto a scivolare verso il basso (o almeno quello che appare il basso!) ma tenda, anche se in maniera quasi impercettibile, a muoversi verso l'alto.
Invece,applicando al mezzo una piccolissima forza diretta verso la sommità della salita (appoggiandosi,ad esempio,alla vettura),questo tende indiscutibilmente a spostarsi verso la sommità stessa e continua autonomamente la corsa per svariati metri (dai sei ai quindici a seconda dell'entità della forza applicata).Viceversa,eseguendo la medesima manovra verso la discesa, la vettura-presentando inoltre una fortissima inerzia e richiedendo quindi una forza notevolmente maggiore-si sposta appena di un metro circa, per poi fermarsi".
Un camioncino carico di ben 15 persone è spostato senza sforzo verso la sommità della salita(foto tratta dall'articolo del dr.Volterri, su gentile concessione).
" Il fenomeno contrasta, comunque, pienamente con le leggi che governano il moto di un corpo lungo un piano inclinato (nel nostro caso, l'angolo compreso tra un piano orizzontale e il piano della salita è di circa 18 gradi...)".
Altri se ne sono occupati.Pare che la prima persona che evidenziò l'anomalia fu lo studente Stefano Cipolletti, di Nemi; in uno dei sopralluoghi era presente anche il sensitivo Umberto Di Grazia,appassionato di prospezioni archeologiche, il quale individuò nel terrapieno presso la strada, seminascosto dalla vegetazione, l' imbocco di un lungo cunicolo con diramazioni sotterranee.Ovviamente la zona, essendo stata abitata in epoche precedenti, nasconde sicuramente rovine al di sotto del piano stradale.Questa è la spiegazione più plausibile.
Oltre alla strada di 'Ariccia', in Italia si ha notizia di altri tratti 'anomali' , come vedremo, che hanno in 'comune' almeno un paio di altre cose: si trovano in aree vulcaniche e nei dintorni sono stati costruiti Santuari, meta di pellegrinaggi. Zone che, fin dall'antichità,sono state considerate 'sacre' proprio per la loro energia tellurica, e dedicate alle divinità, cui furono costruiti appositi Templi.
La zona vulcanica di Ariccia
Nel Quaternario medio si verificarono mutamenti geologici determinanti per la regione laziale, dovuti a fenomeni vulcanici massivi e la conseguente costituzione di quattro apparati vulcanici principali,che corrispondono oggi ai Monti Volsini, Cimini, Sabatini, e ai Colli Albani, dove si trova Ariccia. Queste 'esplosioni vulcaniche' violente, hanno prodotto e fatto ricadere lapilli e cenere che, per trasporto fluviale, hanno dato luogo alla tipica roccia vulcanica laziale, il tufo. I vulcani si spensero circa 25.000 anni fa, tuttavia davano ancora qualche segnale ai tempi di Roma, e quelle che oggi possiamo definire le sorgenti termominerali sono uno dei fenomeni di vulcanismo secondario della zona. L'apparato vulcanico si denomina 'vulcano laziale' e forma una sorta di 'recinto' (che aveva ampie propaggini, raggiungendo anche l'Urbe), all'interno del quale si sono formati laghi e laghetti di suggestiva bellezza (Bolsena e Bracciano i principali; poi Vico, nei Cimini; Albano e Nemi, nei Colli Albani; Mezzano, nei Volsini, Monterosi e Martignano, nei Sabatini...).
La zona del 'vulcano laziale' è una delle più anomale d'Italia dal punto di vista magnetico, rispetto all'andamento medio del magnetismo terrestre naturale.
Sacralità tellurica
La montagna che sovrasta il massiccio vulcanico dei Colli Albani, è detta MONTE CAVO (949 m di altitudine), che un tempo era sacro al dio Jupiter Latialis (GIOVE Laziale),a cui era stato innalzato un tempio,dal popolo Italico, di cui restano pochissime vestigia. Scavi effettuati nel 1929 hanno riportato alla luce solo pochi blocchi di tufo; pare che gli ultimi residui dell'antico tempio vennero distrutti nel 1783, con la costruzione di un Convento, che in seguito divenne un osservatorio e,oggi, un albergo.
Mi incuriosisce il nome: perchè 'CAVO' ?
Anticamente chiamato 'mons albanus' fu centro religioso e politico e qui vi si riunivano i rappresentanti delle 47 città della Confederazione Latina, che celebravano annualmente le feriae Latinae . Giungeva al Monte, partendo da Ariccia e seguendo la sponda est del Lago Albano, toccando Palazzuolo, l'antichissima 'via Triumphalis'o 'via Sacra', che era perfettamente selciata con lastroni di basolato e manteneva per tutto il suo percorso una larghezza superiore ai due metri e mezzo; inoltre era fiancheggiata da marciapiedi in peperino(la strada era all'incirca dove oggi corre la S.S.218, della quale rimangono alcuni tratti lastricati). La parte meglio visibile dell'antica strada, la si può osservare nel bosco(4). La zona qui è privata, ma con un piccolo pedaggio vi si può accedere.
L'area era quindi considerata tutta sacra; oggi -al contrario- il Monte è coperto da una selva di antenne e ripetitori televisivi, e da altre installazioni elettroniche civili e militari. Non va dimenticato che a Monte Cavo c'è il Comando Operativo dello Stato Maggiore Aeronautica (C.O.S.M.A.),anzi a quanto pare la Base non è più operativa e si chiama semplicemente 'Distaccamento Aeronautico di Monte Cavo.
A tal proposito, la gente del luogo, cui anch'io ho posto varie domande narra di strane luci e 'missili' che ogni tanto si vedono uscire dai crepacci di Monte Cavo, o perfino di rifugi sotterranei. Leggende metropolitane, suggestioni o logorio per vivere costantemente sotto una 'cappa nociva' di radiazioni elettromagnetiche? Non avendo elementi, non posso ragionevolmente rispondere, ma c'è un fatto quantomeno interessante, vi si legge un articolo del prof. Corrado Malanga (docente all'Università di Pisa) intitolato 'Portarei Italia', che ha utilizzato dati ufficiali, di fonte governativa, che così riporta, relativamente alle basi militari laziali:
"Lazio. Il porto di Gaeta (LT), sede di un importante comando della NATO, è anche la sede dell’Ammiraglia della VI Flotta. Roma ospita il comando per il Mediterraneo centrale della NATO e il centro di coordinamento logistico interforze USA, oltre ad una stazione NATO.Stazioni di telecomunicazioni NATO si trovano anche a Rocca di Papa (RM), in probabile collegamento con le installazioni sotterranee di Monte Cavo. A Casale delle Palme (LT) la NATO ha una scuola di telecomunicazioni, mentre a Monte Romano (VT) c’è un poligono addestrativo utilizzato dall’US Army. L’USAF utilizza normalmente l’aeroporto di Roma Ciampino".
Naturalmente tutto questo non ha un plausibile legame con il fenomeno 'gravitazionale' del 'nostro' tratto di strada, ma quando non si hanno spiegazioni chiarificatrici, si è tentati di allargare la visione delle cose, incuriositi, e molte ne spuntano come si è visto!
Ma proseguiamo con le vicende di Monte Cavo, che è stato oggetto anche di un fenomeno prodigioso( naturalmente basate su tradizioni narrative), cui ha fatto seguito l'erezione di un Santuario, chiamato"Madonna del Tufo",che è scavato nella parete tufacea. La storia prende le mosse dal cammino di un viandante che percorreva le pendici del Monte Cavo,da cui improvvisamente si sarebbe staccato un costone roccioso, fermatosi miracolosamente -per intercessione Mariana - a pochi passi da lui, che restò illeso. Intorno al masso venne costruita una Cappella, che fu subito preda di devozione e pellegrinaggio e che portò, sul finire del 1500, all'unione della Cappella con la Chiesa di Rocca di Papa.Nel 1892 il Santuario passò aiTrinitari e nel 1932 fu inaugurata la nuova chiesa. Caratteristico il soffitto a cassettoni di legno e la Madonna scolpita nel blocco di tufo.
Non distante, sorge un'Abbazia, "Santa Maria di Palazzola", attualmente nota come "Convento di Palazzolo", che dipendeva dai Monaci Cistercensi di Casamari e che si erge su un'area in cui anticamente sorgeva un tempio 'pagano'di culto, per il Sole e per la Luna.
Torna, nuovamente, la considerazione 'sacra' che le antiche popolazioni nutrivano per questa zona.Anche i Romani mantennero la venerazione che perdurava già da tempi precedenti. Sulla riva nord del lago di Nemi, tra il bosco di Ariccia,sorgeva un santuario dedicato a Diana Nemorensis,mentre alla ninfa Egeria era consacrata una sorgente naturale che,dalle rocce, scendeva a cascatelle nel lago; sorgente che è da sempre considerata terapeutica.
Ma la 'passeggiata' nel bosco riserva ulteriori sorprese.Ancora più giù, si giunge in una minuscola cappella ricavata da una grotta, usata come eremo dalle suore del convento. Vi si trovano testimonianze scritte delle loro sensazioni. Seguendo invece il percorso a fianco,si giunge al luogo dov'è scolpita una grossa faccia demoniaca e dove spesso qualcuno celebra strani riti.
Inoltre, leggende narrano di piogge di 'sassi' nella zona di Ariccia e di Monte Cavo.Insomma, l'anomalìa stradale -dopotutto- non sarebbe un fenomeno tanto insolito, in questa località in cui si fondono da millenni il Sacro e il Profano, Forze della Natura e Artifici umani...
3)-La prova della livella è insufficiente,poichè essa non indica direttamente la pendenza come tale, in senso topografico, ma reagisce unicamente alla forza di gravità (la bolla d'aria tende a portarsi nella direzione opposta alla risultante della gravità); in poche parole anche la livella si comporta come gli oggetti che rotolano in salita. L'affermazione scientificamente corretta è che una livella da sola, come anche un filo a piombo, non può distinguere in alcun modo una strada anomala da una normale. (
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